Quasi immediata la risposta dal mondo politico e dal settore bancario circa le polemiche degli scorsi giorni riguardanti l’effettiva possibilità, da parte dei lavoratori assunti con il nuovo contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti e in generale con i nuovi contratti del Jobs Act, di accedere effettivamente ad un mutuo.
Pare infatti che il settore del credito non si sia mostrato poco preparato ad accogliere le modifiche apportate dal Jobs Act, entrato effettivamente in vigore solamente qualche giorno fa. Infatti, giungono immediate le rassicurazioni del caso: giusto richiedere un preventivo di mutuo considerato il riconoscimento della riforma da parte degli istituti.
“Da parte nostra guardiamo con una disposizione favorevole al nuovo contratto, ci attendiamo un aumento di assunzioni a tempo indeterminato, destinato ad assorbire alcune forme contrattuali precarie.
Sono convinto che i giovani neoassunti con il contratto a tutele crescenti saranno bene visti dalle banche, che sono pronte ad accogliere positivamente la richiesta di prestiti e mutui avanzata da lavoratori stabilizzati".
Questo è quanto dichiarato da Patuelli, il Presidente dell’Abi, in risposta ad un quesito del parlamentare del Pd Cesare Damiano, il quale gli aveva domandato se un lavoratore, assunto con un contratto a tutele crescenti, avesse effettivamente potuto sperare di vedersi accettare la domanda di mutuo.
“Per le banche la questione sostanziale è rappresentata dalla tipologia di contratto che è a tempo indeterminato. Il fatto che le tutele dal licenziamento si esplichino in modo differente rispetto al passato è ininfluente” ha proseguito Patuelli.
“Ovviamente il merito di credito sarà visto da ciascuna banca con una predisposizione positiva, ma guardando alla situazione specifica, ovvero all’importo richiesto, al reddito mensile, al valore dell’immobile, come si è sempre fatto per i lavoratori con contratto a tempo indeterminato».
VALORE DELL’INDETERMINATO
Non sarà necessariamente d’obbligo, quindi, l’assicurazione contro la perdita del posto di lavoro, né verranno richieste al lavoratore garanzie aggiuntive oltre al reddito rispetto ai lavoratori assunti con il vecchio contratto a tempo indeterminato.
Rassicurazioni anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti che, ospite ad una trasmissione su La 7, ha dichiarato: “Le banche daranno mutui a chi ha il contratto a tutele crescenti perché oggi questo è il contratto a tempo indeterminato. Certo non è eterno, ma non ha una scadenza."
In sostanza, ciò che conta è la tipologia del contratto di lavoro, ovvero indeterminato.
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