L’andamento incerto delle borse, le quotazioni dei titoli di stato (italiani e non) in continuo sali scendi ed i problemi economici legati ai paesi di Grecia, Irlanda, Portogallo faranno ricordare il mese di luglio (e probabilmente quello di agosto) come un mese a dir poco movimentato.
A questo si aggiunge l’attuale difficoltà degli Stati Uniti nel trovare un accordo per allungare il tetto del debito pubblico e le scadenze previste per le nuove emissioni di titoli di Stato dei Paesi Europei cosiddetti periferici, ossia quelli con maggiori difficoltà economiche.
Se l’interesse è rivolto ai mutui a tasso fisso bisogna prestare massima attenzione all’andamento del Bund.
Durante le fasi incerte dell’economia Europea il rendimento del Bund tedesco (il titolo considerato più "sicuro" in Europa) rispetto ai titoli di stato dei Paesi maggiormente in difficoltà si riduce perché risulta essere il più richiesto dai principali investitori europei e mondiali.
L’ Irs parametro di riferimento che, sommato allo Spread (commissione fissa della banca), serve per definire il tasso di interesse applicato ai mutui a tasso fisso è ancorato all’andamento del bund; di conseguenza quando il rendimento del bund scende i mutui a tasso fisso diventano più vantaggiosi.
La storia può provare che è sempre stato così. Maggiori sono le incertezze economiche maggiore è la convenienza di stipulare mutui a tasso fisso.
Quando l’anno scorso è scoppiata la bolla della Grecia gli Irs hanno toccato il minimo storico ed in questo periodo si sta definendo il medesimo scenario anche se in modo meno eclatante.
In soli 15 gg. l’irs ha avuto un crollo di ca. 30 bp che rapportata ad un mutuo di € 150.000 con durata 20 anni si traduce in un risparmio finale di 5/6.000 euro.
Per chi ama i mutui a tasso fisso è quindi d’obbligo valutare attentamente le condizioni economiche finanziarie globali e l’andamento del tasso Irs senza dimenticarsi che il tasso applicato ai contratti siano essi mutui a tasso variabile, mutui a tasso fisso o mutui a tasso misto viene bloccato al momento delle stipula e non al preventivo.
Nonostante le attuali condizioni abbiano ridotto le quotazioni degli Irs i mutui a tasso variabile restano comunque più vantaggiosi rispetto a quelli fissi.
Nel confronto effettuato su un mutuo da 150.000 con durata 20 anni la differenza della rata tra fisso e variabile è di oltre 150,00 euro mensili a favore del variabile.
La convenienza dei tassi variabili è destinata a ridursi se pensiamo alle previsioni effettuate dai principali operatori che prevedono l’Euribor nei prossimi anni intorno al 3%.
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