L’erogazione di prestiti a privati ha avuto una crescita su base annua dello 0,3%, con un incremento dello 0,1 % nel solo mese di giugno.
Lieve flessione anche per quanto riguarda il tasso di crescita delle sofferenze bancarie. Se nel mese di giugno i crediti cosiddetti “in sofferenza” risultavano pari al 14,7% dei crediti totali, nel mese di luglio questo dato ha registrato l’incoraggiante valore di 14,3%.
Questo dato positivo ha sicuramente un’influenza positiva sulla propensione degli istituti di credito a concedere nuovi finanziamenti, visto che il problema delle sofferenze bancarie è stato, negli ultimi anni, causa principale della scarsa propensione alle erogazioni di nuovi mutui, almeno per quanto riguarda le banche del Belpaese. La scarsa capacità dei mutuatari di far fronte agli oneri già assunti ha infatti sottratto liquidità dal sistema bancario, riducendo la disponibilità di denaro per l’erogazione di nuovi finanziamenti.
SEGNALI DI RECESSIONE
Segnale positivo, contrariamente a quello che potrebbe sembrare a prima vista, anche il leggero aumento dei tassi di interesse sui mutui. Un aumento decisamente poco rilevante per il consumatore finale che però costituiscono un segnale della progressiva ripresa di vigore del mercato dei mutui.
I tassi di interesse in diminuzione, infatti, in linea di massima indicano sempre che ci si trova di fronte ad un periodo di deflazione oppure di forte diminuzione della domanda di mutui. Sia la deflazione che la contrazione dei consumi, in special modo quelli relativi a beni non voluttuari come l’abitazione, sono segnali che ci si trova in un periodo di recessione. Forse l’obiettivo del Quantitative Easing è più raggiungibile.