La clausola floor dei mutui a tasso variabile può rivelarsi nulla a certe condizioni: scopriamo cos’è e come ottenere il rimborso nei casi di clausola nulla
Con la clausola floor dei mutui a tasso variabile le banche si tutelano dalle oscillazioni del mercato finanziario, ma in certi casi è illegittima: ecco come ottenere il rimborso degli interessi se la clausola floor è nulla
All’interno del nostro Glossario definiamo già brevemente cos'è la clausola cosiddetta “floor” che le banche generalmente inseriscono nei contratti dei mutui a tasso variabile. La parola “floor” in inglese significa “pavimento” e, nel contesto di un contratto di mutuo, indica metaforicamente la soglia minima sotto la quale non può scendere il tasso di interesse del mutuo a tasso variabile.
Come forse saprai, la caratteristica principale del tasso variabile è quella di variare, appunto, sulla base dell’andamento del mercato finanziario e, in particolare, dell’indice di riferimento Euribor, a cui viene aggiunta una componente fissa (il cosiddetto spread). I mutui a tasso variabile rappresentano dunque una fonte di incertezza sia per il mutuatario che per l’istituto di credito, che, tuttavia, spesso si tutela dalle oscillazioni del mercato finanziario con una clausola particolare che serve a garantire alla banca un riprotezione economica in caso di cali importanti dell’Euribor.
Si tratta appunto della clausola “floor”, che sancisce un limite minimo per il valore complessivo del tasso d’interesse. Un esempio per chiarire come funziona la clausola floor sul tasso variabile? Semplice: se l’Euribor si trova all’1,5% e lo spread al 2%, la rata del mutuo dovrebbe essere aumentata del 3,5%. Se, però, il contratto di mutuo prevede un floor al 4%, il tasso d’interesse rimane pari al 4%, anche se la somma dell’indice Euribor con lo spread risulta più bassa (3,5% appunto).
Il vantaggio del mutuo a tasso variabile, però, è proprio quello di pagare meno interessi all’abbassarsi dei tassi, ma, con la clausola flor, questo vantaggio viene limitato. Infatti, se gli interessi di mercato calcolati sull’indice Euribor sono negativi, l’istituto di credito deve chiedere al mutuatario meno dello spread fissato nel contratto di mutuo, ma la clausola floor elimina questa possibilità, tutelando invece la banca, i cui interessi non possono mai scendere sotto una certa soglia. Anche per questo, nei mutui a tasso variabile la clausola floor viene spesso abbinata all’opzione del CAP, ovvero di un tetto massimo sul tasso di interesse a tutela del mutuatario.
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Dunque, il contratto di erogazione di un mutuo a tasso variabile include varie clausole pensate per tutelare sia la banca che il mutuatario rispetto all’imprevedibile andamento del mercato finanziario. Per quanto riguarda la clausola floor, però, come stabilito anche dalla Corte di Cassazione, si è in presenza di una clausola non attinente a una prestazione essenziale e quindi caratterizzante del contratto.
Ovvero, in certi casi, la clausola floor è stata ritenuta unicamente a favore della controparte più forte (cioè la banca) e a svantaggio di quella più debole (il mutuatario). Ecco perché il 6 settembre 2022 la Corte d’Appello di Milano, tramite la sentenza 2836, ha dichiarato illegittima la clausola floor rispetto a una controversia tra un consumatore e una banca italiana, evidenziando la vessatorietà della clausola stessa, soprattutto alla luce dell’ingiusta suddivisione dei rischi relativi al contratto di mutuo.
La clausola floor, in questo caso, è stata ritenuta illegittima poiché l’istituto si tutelava completamente da qualsiasi rischio, lasciando questo a carico del debitore. Di conseguenza, la Corte ha disposto la restituzione del plus di interessi versati fino a quel momento dal mutuatario e ha inibito la banca in questione all’utilizzo della medesima clausola in futuro, dichiarando quest’ultima vessatoria, dunque illegittima.
Bene, ora che sai cos’è la clausola floor, come funziona e perché è stata ritenuta illegittima dalla Cassazione, non ti resta che scoprire come ottenere il rimborso degli interessi per la clausola floor ritenuta nulla. A seguito della sentenza della Corte d'appello di Milano, infatti, tutti i consumatori che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile con clausola floor e che hanno pagato rate più alte rispetto a quelle dovute dal 2015 in avanti, non potendo beneficiare dell'Euribor negativo, devono essere rimborsati dalle rispettive banche creditrici.
E non si tratta di un rimborso irrilevante, dato che prendendo ad esempio un mutuo che presentava un residuo di 100.000 euro e divise in 120 rate a giugno 2015, il mutuatario ha diritto a 1.508 euro di rimborso da parte dell’istituto di credito. Questo rimborso verso i clienti, però, non avviene in automatico per i clienti, che comunque ne hanno diritto e possono quindi richiederlo. Dunque, se hai un mutuo a tasso variabile con clausola floor, puoi chiedere il rimborso alla banca degli interessi pagati tra il mese di giugno del 2015 e il mese di maggio del 2022 (momento in cui l’Euribor è tornato a essere positivo).
Se rientri in questa casistica e vuoi sapere come ottenere il rimborso in questi casi, ti suggeriamo di rivolgerti a un legale che possa innanzitutto valutare la tua situazione, dopodiché assisterti nel reclamo alla banca e quindi nel ricorso ad ABF (Arbitro Bancario e Finanziario), per poi passare a una eventuale azione in giudizio.
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