Per essere valido, il contratto di prestito deve essere redatto in forma scritta e sottoscritto da entrambe le parti e contenere tutte le informazioni relative al prestito.
Infatti, come il contratto di mutuo, anche quello di prestito deve contenere una serie di prescrizioni che servono per definire le relazioni tra le parti e gli obblighi che ne derivano, come ad esempio la durata del contratto, le modalità di erogazione e di restituzione del denaro, il tasso d'interesse applicato, le garanzie, e così via.
La normativa stabilisce cosa deve contenere e come deve essere redatto il contratto di prestito, attraverso il Decreto legislativo n. 141/2010, relativo appunto ai contratti di credito al consumo.
Per credito al consumo si intende “il contratto con cui un finanziatore concede o si impegna a concedere a un consumatore un credito sotto forma di dilazione di pagamento, di prestito o di altra facilitazione finanziaria”.
Il decreto disciplina tutte le tipologie di credito al consumo, quali i prestiti personali, i prestiti finalizzati e le cessioni del quinto.
Nel contratto, la banca o finanziaria deve dichiarare con esattezza e precisione le condizioni effettive della propria offerta, e il cliente deve ratificare il suo impegno al rimborso del prestito secondo i termini pattuiti.
L’intervento della normativa a definire i termini puntuali del contratto di prestito è una tutela sia nei confronti dell'erogante che, soprattutto, del soggetto finanziato, che viene reso in grado di comprendere a pieno le caratteristiche e l’onerosità del finanziamento che sta per sottoscrivere.
La legge stabilisce che un contratto di prestito personale deve contenere i seguenti elementi:
Il contratto di prestito finalizzato deve contenere anche:
La legge stabilisce che tutte queste indicazioni debbano essere riportate nel contratto di prestito, pena la nullità del contratto.