Il mutuo vitalizio ipotecario non è un vero e proprio mutuo, ma piuttosto un finanziamento a lungo termine a garanzia del quale viene posto l’immobile. Si può ottenere una cifra massima di 350.000 mila euro e la casa posta in ipoteca non può essere ne venduta ne data in locazione.
Il mutuatario può continuare, naturalmente, a risiedere nell'immobile stesso e non deve rimborsare la quota capitale, nè gli interessi durante tutta la durata del prestito (se vuole farlo, tuttavia, il legislatore gliene da la possibilità).
DOPO LA MORTE DEL MUTUATARIO
Al momento della morte del mutuatario possono aprirsi due scenari per gli eredi:
- Chiudere il prestito (pagando l’intera cifra o in modo rateale)
- Lasciare l’immobile alla banca per coprire il debito
Nel secondo caso, se il ricavato della vendita è inferiore all'ammontare del prestito, al mutuatario o i suoi eredi non verrà chiesta alcuna compensazione. Se invece è l'ammontare del prestito ad essere inferiore al valore di mercato dell'immobile, il mutuatario o i suoi eredi hanno diritto alla differenza tra ammontare del prestito e prezzo di vendita.
Grazie al Decreto ministeriale appena entrato in vigore, precise regole definiscono le modalità con cui gli operatori del settore del credito possono offrire sul mercato questo genere di mutui. La definizione chiara delle norme di trasparenza offre la possibilità agli istituti bancari nazionali di offrire prodotti di questo genere.