Mario Draghi, presidente della BCE, riprova a mettere in movimento l’Europa. Dopo il Quantitative Easing, il cosiddetto bazooka, arrivano altre manovre per la crescita. Di seguito i punti salienti delle modifiche alla politica monetaria europea.
- Taglio di 10 punti percentuali sui depositi in banca centrale: per incentivare ulteriormente gli istituti bancari europei ad elargire prestiti e mutui a famiglie ed imprese. Il taglio della BCE disincentiva le banche ad immobilizzare i propri capitali.
- Quantitative Easing potenziato: l’aumento dell’inflazione fino al 2%, per scongiurare lo spettro “deflazione”, non è stato pienamente raggiunto. A questo scopo, verranno messe in atto ulteriori azioni fino a Marzo 2017 che contribuiranno a sostenere la disponibilità di liquidità nel sistema economico, anche tramite l’acquisto di titoli da parte della stessa BCE.
RIFINANZIAMENTO CONVENIENTE
Rimangono invece invariati i (bassissimi) margini che la BCE richiede: rispettivamente allo 0,05% per le operazioni di rifinanziamento principale e allo 0,30% per le operazioni di rifinanziamento marginale. Anche qui, lo scopo è incentivare le banche a rifinanziarsi ad un costo veramente minimo (quasi nullo) per poter a loro volta finanziare famiglie ed imprese e rilanciare l’economia.
Molti importanti segnali, come l’aumento dei mutui giovani e dei prestiti, sottolinea Draghi, indicano che il Quantitative Easing funziona, ma va sostenuto con riforme strutturali.
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