Aalborg, Danimarca. Hans Peter Christensen riceve la solita lettera di riepilogo delle condizioni del mutuo. La sua quota interessi, questo mese, è -249 corone danesi. Invece di pagare gli interessi, gli verranno rimborsati circa 30 euro da parte della banca, come "interessi negativi" sulla quota capitale che gli è stata prestata.
Un paradosso che non ci potrà mai toccare? Non è proprio così. Anche in Italia le banche sono tenute a rimborsare gli interessi negativi sui mutui a tasso variabile.
Una clausola del genere difficilmente si potrà trovare nei mutui stipulati più di dieci anni fa, perché l’andamento negativo dell’Euribor ha colto impreparati anche gli operatori del settore del credito. Il problema è che ormai buona parte della quota interessi sarà già stata pagata, quindi l'effetto dell'Euribor negativo sulla rata non sarà poi così rilevante.
Cosa succede, invece, se si surroga il vecchio mutuo scegliendo un nuovo mutuo a tasso variabile senza la clausola "floor"? Quello che è successo alla nostra coppia danese, ossia dalla rata mensile verranno scalati gli interessi negativi.
Attenzione, però. A volte l'assenza di questa clausola non significa automaticamente che si ha a che fare con un mutuo conveniente: infatti, occorre sempre confrontare il TAEG, il Tasso Effettivo Globale Medio, per capire se un mutuo è conveniente oppure no: è indicato sul foglio illustrativo del prodotto mutuo scelto e indica quali sono i costi totali che graveranno sul nostro mutuo.
Il TAEG è espresso in percentuale, su base annua, proprio come il TAN (Tasso di Interesse Nominale), ma rappresenta un indice molto più preciso per capire se un mutuo è davvero conveniente oppure no.
Per questo la Banca d'Italia ha imposto che venisse inserito nel foglio di riepilogo di tutti i mutui, per favorire la trasparenza delle condizioni contrattuali ed agevolare la clientela nella scelta di un mutuo veramente conveniente.