La Cassa Depositi e Prestiti è una società per azioni controllata per l’80,1% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, per il 18,4% è di vari investitori e il restante 1,5% sono azioni proprie.
Il risparmio nazionale, basato su buoni fruttiferi e libretti di Poste Italiane, viene investito in opere di interesse pubblico:
Nell’ambito del settore immobiliare, sostiene con 2 miliardi di euro gli istituti di credito, con l’obiettivo di aumentare l’accesso ai mutui da parte dei privati, per finalità di acquisto e ristrutturazione.
La Cdp è anche l’istituto al quale si rivolgono le Regioni e le città per ottenere dei prestiti per un volume di affari è di circa 250 miliardi di euro.
Pochi giorni fa il governo, tramite le decisioni di Matteo Renzi e con la regia del consigliere economico Andrea Guerra, ha deciso la sostituzione dei vertici della Cdp.
L’arrivo di Claudio Costamagna e di Fabio Gallia, rispettivamente nuovo presidente e amministratore delegato dell’istituto, è dovuto ad un sistema di nomine che doveva essere aggiornato.
Ma il vero motivo è soprattutto una visione innovativa e internazionale degli investimenti 2016-2018 che hanno bisogno di un maggiore incisività. Il governo voleva dare una spinta forte alle proposte ancora ferme in cantiere come per esempio l’installazione della banda larga sul territorio nazionale tramite le azioni di Telecom Italia che si trova attualmente indebitata.
Con queste premesse, la Cdp si prefigge di ricoprire un ruolo di maggiore spinta e sostegno all’economia italiana, con sistemi di aggiornamento e spinta costante verso soluzioni future.
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