Si avvicina la scadenza per il pagamento del saldo dell’IMU ma non tutto è chiaro per i contribuenti. Qui di seguito le risposte ai quesiti più comuni.
La dichiarazione IMU per l’abitazione principale di norma non va presentata. Uniche eccezioni son le seguenti: marito e moglie proprietari e residenti nello stesso comune ma in case diverse; abitazione degli anziani o disabili ricoverati in modo permanente o dei residenti all’estero iscritti all’AIRE (Associazione Italiani Residenti all’Estero) che il regolamento comunale ha assimilato alla prima casa.
Il saldo dell’IMU per l’abitazione principale e per i fabbricati rurali strumentali va tutto al Comune. Per gli altri immobili, invece, va destinata allo Stato una quota fissa pari al 38% annuo (19% a saldo) ed al Comune la differenza. Ne consegue che a seconda dell’aliquota finale stabilita (più o meno dello 0,76%) al Comune andrà poco più o poco meno della metà.
Se durante l’anno il proprietario cambia residenza viene a cadere il concetto di abitazione principale che richiede sia la dimora che la residenza anagrafica. Dal giorno del trasferimento di residenza, pertanto, dovrà essere calcolata l’aliquota IMU ordinaria tenendo presente che ogni frazione di mese (almeno 15 giorni) deve essere considerata come se fosse un mese intero.
A differenza di quanto previsto nel caso dell’acconto, per il saldo nella casella “rateazione” del modello F24 va sempre indicato il codice “0101”.
Se con il saldo dell’Imu si va a credito occorrerà rivolgersi al Comune per attivare la procedura per il rimborso o la compensazione con altri tributi locali. Purtroppo ad oggi non è prevista una procedura relativamente ai rimborsi da parte dello Stato.