Dopo le apprensioni delle scorse settimane sull’Euribor, negli ultimi giorni il tasso a 1 mese si è stabilizzato poco sopra l'1,25% - ai livelli Bce - mentre il parametro trimestrale si aggira attorno all'1,45%. Le previsioni pressappoco unanimi degli analisti sono però di un'ulteriore salita fino a un punto entro dodici mesi.
E’ il caso di preoccuparsi? Cosa fare se si sta rimborsando un prestito variabile? E come muoversi se proprio in queste settimane si sta comprando casa? Ecco qualche considerazione sulla situazione dei tassi.
Con una breve osservazione storica che può aiutare a prendere una decisione consapevole.
Su un debito residuo di 100 mila euro, ogni decimo di punto di aumento del costo del denaro implica nell’immediato un incremento della rata di 8 euro al mese.
Il rischio per le famiglie impegnate a pagare un prestito a tasso indicizzato non appare particolarmente elevato, soprattutto perché nessuno, si presume, aveva previsto di pagare per decenni rate intorno al 2%.
Ma anche se si pensa che l'aumento sarà più alto guardando ai numeri del passato, la decisione di cambiare formula va presa con molta prudenza visto che ormai il costo del finanziamento fisso supera abbondantemente il 5%.
Significa che, per risparmiare, l'Euribor dovrebbe aumentare ancora tra i due punti e i due punti e mezzo e poi fermarsi a questo livello.
Uno scenario che forse non si può del tutto scartare, ma che non appare vicino.
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