Far aumentare l'inflazione era infatti uno degli obiettivi più importanti della manovra, ma per incentivare le famiglie e le imprese a riprendere a consumare, era prioritario incentivare le banche ad erogare mutui e prestiti a tassi di interesse accessibili.
Allo scopo di incoraggiare gli istituti, la Bce ha ulteriormente ritoccato verso il basso i tassi di interesse che applica agli istituti sia per le normali operazioni di rifinanziamento che per le operazioni di rifinanziamento straordinarie.
In parole povere, le banche che chiedono prestiti per poter a loro volta concedere dei mutui a famiglie e imprese non pagano interessi sul capitale che viene loro prestato dalla Banca Centrale. Sulle operazioni di rifinanziamento straordinarie i tassi passano dallo 0,30% allo 0,25%.
Quegli istituti che invece decideranno di immobilizzare i capitali depositandoli presso la BCE o acquistando titoli di stato, riceveranno un interesse negativo di -0,4%, dovranno cioè pagare per farlo.
Rassicurazioni da parte di Draghi anche verso coloro che sono preoccupati che i tassi possano di nuovo salire: “rimarranno questi o più bassi a lungo”. Le ripercussioni positive sugli spread dei mutui non tarderanno ad arrivare. Anche chi ha già stipulato un mutuo a tasso variabile noterà gli effetti positivi sulla rata.