Per chi è indeciso tra variabile e fisso, una strategia vantaggiosa potrebbe essere quella di sottoscrivere un tasso variabile, in modo da consolidare i vantaggi di una rata più bassa, accantonando però su un conto fruttifero la somma risparmiata rispetto al tasso fisso in modo da poterla utilizzare per eventuali anticipate estinzioni del capitale in caso di aumento dei tassi, in modo da ridurre ulteriormente la rata.
Per chi invece non si sente di scegliere il variabile potrebbe essere vantaggioso un tasso fisso rinnovabile che molte banche riportano nella categoria dei tassi misti.
Questo permette di ancorare lo spread ad un irs di breve durata magari 2 o 5 anni anziché a 25 anni, ottenendo una rata decisamente più bassa.
Il vantaggio ottenuto nel primo periodo è ancor più consistente perché il piano di ammortamento alla francese, utilizzato in Italia, prevede il rimborso degli interessi nella prima parte del mutuo.
Nel caso invece il mutuo fosse già in corso, attraverso la surroga o la rinegoziazione, si possono ridiscutere e migliorare il tasso di interesse, la tipologia di mutuo e la durata.
E’ opportuno verificare con attenzione oltre che il nuovo tasso anche il vantaggio di ridurre la durata perché consentirebbe di ottenere un notevole risparmio di interessi.
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