Già a febbraio dell’anno scorso il Ministero dell’Economia e delle Finanze dichiarava di guardare “con favore a tutte le iniziative che gli operatori del credito e della finanza stanno mettendo in campo per alleggerire il proprio patrimonio dai prestiti deteriorati, liberando così capitale da impiegare a sostegno delle imprese e dei consumi”.
Ammontano infatti a più di 180 miliardi i crediti cosiddetti in sofferenza delle banche italiane: questa situazione blocca la liquidità, perchè si deve predisporne la copertura, costringendo gli istituti ad esigere maggiori garanzie per la concessione di mutui e prestiti. Chiedere maggiori garanzie però, proprio in un momento così delicato, finisce per limitare notevolmente le stesse prospettive di uscire dalla crisi.
UNA BAD BANK PER ASSORBIRE I CREDITI
Il nuovo progetto, denominato “Nuovo credito per la crescita”, sarebbe incentrato sulla creazione di una bad bank, una società che acquisti i crediti in sofferenza a prezzi ridotti.
Si pensa in questo senso ad una acquisizione da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze di una società già esistente, Sga (Società per la Gestione dell’Attivo), creata nel 1997 per salvare il Banco di Napoli.
Sga, di proprietà di Intesa Sanpaolo, verrebbe acquistata dal Ministero dell’Economia per 600mila euro e poi ricapitalizzata fino a raggiungere un capitale di 3 miliardi di euro, attribuendole però anche il ruolo di servicer (ossia la facoltà di recuperare i crediti insoluti).
Nessun commento per ora da parte del Mef, mentre l’attuale ministro per l’Economia Pier Carlo Padoan ha dichiarato in un’intervista a Repubblica: "Riflettiamo a introdurre degli strumenti che vanno sotto il nome generico di bad bank, ma possono assumere varie forme. Ci sono varie opzioni e le stiamo esaminando, anche tenendo conto delle implicazioni sulle regole europee sugli aiuti di Stato".
QUANTITATIVE EASING
Alcune di queste sofferenze bancarie potrebbero essere girate alla Bce: la banca centrale europea sottolinea il fatto che la liquidità bancaria in Italia è sufficiente soltanto che troppi mutui sono in sofferenza così come i prestiti che le famiglie non riescono più a restituire. Prendendo in carico questi crediti, gli istituti bancari si alleggeriscono e possono indirizzare il denaro a chi lo richiede. Ad oggi sono 180 i miliardi che le banche devono ricevere dai clenti.
Padoan e Visco sperano di liberarne 50 utilizzando il Quantitative Easing di Mario Draghi ponendo il Tesoro come garante di ulteriori perdite.
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