Antonio Patuelli, Presidente dell’ABI, ha sottolineato che “la ripresa dei mutui, i nuovi prestiti alle imprese e il rinnovato slancio del credito al consumo, sono alcune premesse positive. Sta operando una nuova energia nelle banche operanti in Italia a sostegno di famiglie e imprese. Le banche agiscono ora in un quadro di maggiore stabilità finanziaria europea, garantita dalla Bce-Sistema europeo delle Banche Centrali, fra cui la Banca d’Italia, e anche da una rinnovata attenzione del Parlamento europeo verso i temi della crescita e di una regolamentazione equilibrata e costante.”
Occorre tuttavia fare attenzione, secondo Patuelli, ad alcuni punti che potrebbero vanificare gli sforzi fatti sinora, tra cui la revisione del metodo standard di valutazione del rischio di credito, attualmente in esame presso il Comitato delle Banche Centrali di Basilea.
MEGLIO IL TASSO FISSO
I tassi applicati attualmente sul mercato sono statisticamente i più bassi che la storia del nostro Paese ricordi. Chi ha contratto un mutuo nel 2015, ad esempio un mutuo di 100.000 euro a tasso fisso a 20 anni, risparmierà circa cento euro sulla rata per tutta la durata del mutuo rispetto a chi ha contratto lo stesso mutuo un anno fa. Per questo, se la quota interessi ancora pesa particolarmente sulla rata, conviene anche valutare l’ipotesi di una surroga.
I risultati tuttavia ci sono, e sono tangibili. Secondo una statistica effettuata dalla stessa Abi sull’80% degli istituti bancari del nostro Paese, le erogazioni di nuovi mutui sono cresciute, su base annua, di 13.377 milioni di euro, pari ad un incremento dell’86,1%.
La maggior parte di queste nuove erogazioni, come abbiamo già sottolineato, riguardano i mutui a tasso fisso, considerati più convenienti nel lungo periodo. L’incidenza delle surroghe su questo dato è del 29%, un dato anche questo in crescita costante negli ultimi due anni. Bene anche i finanziamenti alle imprese (+16%) e i crediti al consumo.