Non è un nuovo blockbuster hollywoodiano, ma la situazione del mercato immobiliare italiano: in una sorta di fuga all'indietro, le compravendite sono infatti scese a livelli che non si vedevano da 30 anni.
A sentire l'Agenzia delle Entrate, nel corso del 2013 le operazioni sul mercato immobiliare sono andate ulteriormente in picchiata del 9,2%, in linea con la tendenza dell'ultimo periodo, assestandosi a quota 403.000, ossia addirittura meno che nel 1985.
Anche l'ammontare erogato per finanziare mutui per abitazione civile è calato del 10,6% rispetto al 2012.
Se si vuole trovare un aspetto positivo in questo trend al ribasso, questo va di certo individuato nella leggera crescita dei mutui ipotecari concessi a persone fisiche, che è salito al 37,2%, il che significa due cose:
la prima è che 4 persone su 10 che acquistano casa lo fanno servendosi di un mutuo;
la seconda è che questa variazione percentuale in salita dimostra che le banche hanno ripreso a offrire finanziamenti.
Tra l'altro non ci si può che aspettare di vedere una conferma di questa tendenza nell'anno in corso, considerando come diversi istituti di credito abbiano accresciuto le dotazioni da indirizzare sui prestiti ipotecari.
Un'altra dimostrazione del fatto che le banche abbiano allentato la stretta creditizia è data dal fatto che gli spread sui mutui sono al ribasso: nel corso degli ultimi due mesi, infatti, alcuni istituti hanno tagliato i loro spread tra i 10 e i 20 punti base.
Questo però non significa che siamo tornati alla normalità e alle vacche grasse pre-crisi, quando lo spread era su una media del 1,5%, mentre al momento si è assestato su quote ben sopra al 2%.
Gli istituti bancari si stanno comunque muovendo, e riprendono a concedere mutui, anche se con regole più severe.
La domanda che molti si fanno è se gli spread continueranno a scendere o meno.
La previsione in tal senso è che vedremo un' ulteriore riduzione del differenziale dell'ordine di 10-20 punti base prima dell'estate, con una successiva diminuzione della stessa portata entro la fine del 2014, come conseguenza della tanto attesa ripresa positiva degli indicatori di ripresa economica.
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