L’IMU, Imposta Municipale Unica, è una tassa sugli immobili, terreni e fabbricati che sostituisce la vecchia ICI.
Si potrà versare in tre rate, se si tratta di prima casa, o in due per tutte le altre destinazioni o tipologia di immobile. Le scadenze sono il 16 dei mesi di giugno, settembre (nel caso di prima casa) e dicembre.
L’aliquota base prevista per la prima casa è stata stabilita nello 0,4% aumentabile o diminuibile dai comuni di 0,2 decimi e quindi potrà variare da un minimo dello 0,2% ad un massimo dello 0,6%.
L’aliquota base per le seconde case è stata stabilita nello 0,76% aumentabile o diminuibile dai comuni di 0,3 decimi e quindi potrà variare da un minimo dello 0,46% ad un massimo dell’1,06%.
Nel calcolo dell’IMU sulla prima casa sono applicabili le detrazioni pari a 200 euro più 50 euro per ogni figlio a carico di età fino a 26 anni, con un massimo di 600 euro complessivi.
L’IMU sulla casa dovrà essere pagata da chi ci abita a prescindere dal fatto che ne sia proprietario.
Per il calcolo dell’imposta da pagare occorre rivalutare la rendita catastale del 5% e moltiplicarla per 160. Sul valore così ottenuto si applica l’aliquota relativa: quella base per le rate in acconto di giugno e settembre e quella definitiva (dovrà essere stabilita dai singoli comuni entro il 30 settembre 2012) per la rata a saldo di dicembre. L’importo così calcolato, al netto delle detrazioni previste per la prima casa, dovrà essere versato utilizzando il modello F24 per le rate in acconto mentre, per la rata a saldo, potrà essere utilizzato anche il bollettino postale.
Mentre per il pagamento dell’IMU sulla prima casa è tutto abbastanza chiaro, qualche problema è creato dai calcoli che dovranno essere effettuati per il pagamento dell’imposta sulla seconda casa che in sede di prima rata deve essere versata all’erario ed al comune nella misura del 50% dell’aliquota base (0,76%) mentre per la rata a saldo, in caso di diminuzione o di aumento, il contribuente dovrà effettuare un doppio calcolo: il primo per determinare l’importo che andrà all’Erario (sempre il 50% dell’aliquota base dello 0,76%) ed il secondo per calcolare l’importo di competenza del comune: maggiore in caso di aumento rispetto all’aliquota base o minore in caso di diminuzione.
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