Il numero di mutui richiesti alle banche è in deciso rialzo, come è provato dalle cifre diffuse recentemente dall‘Istat: infatti, se è vero che lo scorso anno i prezzi delle abitazioni sono andati giù del doppio rispetto alle percentuali del 2012 (5,6% contro il 2,8%), è anche vero che le banche hanno annunciato che i dati del primo trimestre 2014 mostrano una crescita del 9,6% in relazione alle richieste di finanziamento per acquistare immobili residenziali privati.
A marzo poi l'aumento è stato ancora più sensibile, raggiungendo la doppia cifra per la seconda volta nel 2014 e assestandosi su un +10 rispetto allo stesso mese del 2013.
Siamo ancora ben lontani dai volumi del passato, rispetto ai quali oggi marciamo sulla metà, ma il risveglio è ormai un fatto che nessuno si sente più di contestare.
Sono infatti già tre trimestri che le richieste di nuovi mutui sono tornate a crescere e questo è un indubbio segnale di come l'economia reale stia faticosamente riprendendo forza e fiducia.
Il ritorno alla normalità si manifesta come un fenomeno lento, ma progressivo, e anche se oggi ci si trova in una situazione che è la lontana parente di quella che si viveva prima della crisi, c'è di certo una luce in fondo al tunnel.
La recessione del mercato immobiliare è quindi terminata? Questo in realtà non lo sa ancora nessuno, e l'incertezza spiega la prudenza di chi acquista.
Le famiglie sono concentrate nel ricercare soluzioni che vadano a intaccare il loro reddito il meno possibile, e i potenziali acquirenti non sono più disposti a spendere come una volta.
Come conseguenza di questo, le cifre richieste in prestito per l'acquisto della casa sono assai più contenute di un tempo, con durate medie di rimborso sempre più lunghe.
