Quota 100 e anticipo TFS: cosa c'è da sapere

La pensione anticipata "Quota 100" è una misura introdotta dal Governo Lega-M5s e una delle misure cardine della Legge di Bilancio 2019, volta da un lato a favorire il ricambio generazionale, dall'altro ad agevolare i tanti pensionati colpiti dalla famigerata Riforma delle Pensioni 2011, la cosiddetta Riforma Fornero.

La Quota 100 è operativa dal 2019 in via sperimentale fino al 2021 e, in sostanza, consente l’uscita anticipata dal mondo del lavoro per tutti coloro che vantano almeno 38 anni di contributi con un’età anagrafica minima di 62 anni.
Il tutto, senza penalizzazioni sull’assegno, se non quella dovuta al minore montante contributivo.

I millennials, come ci preme sottolineare spesso, sono la generazione più colpita salla crisi che si è abbattuta sul nostro Paese a partire dal 2008 e che ha impedito ai più di trovare una sistemazione lavorativa stabile.
La fuoriuscita dal mondo del lavoro di un numero ingente di over 60 potrebbe consentire finalmente a molti giovani di trovare un lavoro fisso.

In realtà i numeri delle richieste di pensione anticipata sono stati finora sotto le aspettative.
Rispetto alle previsioni di 300 mila domande di pensioni anticipate, infatti, ne sono state presentate solamente 184.890.

Questo scarso entusiasmo è dovuto a questioni meramente economiche: la previsione di andare in pensione con un assegno inferiore ha fatto preferire a molti di attendere.
Inoltre, il divieto imposto a chi accetta l'accordo Quota 100 di svolgere altri lavori dopo la pensione, pensato proprio per favorire il turnover e l’assunzione di giovani, ha scoraggiato molti futuri pensionati.

Chiarito cosa sia la Quota 100 e come sia stata accolta in Italia in questi primi mesi dall'attivazione, occupiamoci ora di capire come essa possa influire sull'anticipo TFS.

Il Trattamento di Fine Servizio (TFS) è un'indennità corrisposta, alla conclusione dell'attività lavorativa, a tutti i dipendenti pubblici statali assunti a tempo indeterminato prima del 1º gennaio 2001. 

A differenza dei lavoratori del settore privato, che possono contare solamente sul TFR, i dipendenti del settore pubblico, attraverso il TFS, hanno accesso a prestazioni diverse, a seconda dell’Amministrazione presso la quale è stato prestato servizio.

Anticipo TFS per i pensionati "Quota 100" 2019

L’anticipo del TFS di fatto viaggia in parallelo con l’entrata in vigore della Quota 100 nella Pubbliche Amministrazioni ed è anche presumibile che sarà più semplice e rapido da ottenere grazie alle misure introdotte dal Decreto Legge 4 del 28 gennaio 2019.

Fa, infatti, parte tutto di un unico pacchetto contenuto nel cosiddetto Decretone: ben 45 mila euro di liquidazione sono stati stanziati per liquidare sia i "quotisti" che agli altri pensionati pubblici che sono andati via già nei mesi precedenti senza niente in mano.  

Per chi accede alla Quota 100 il termine da attendere per la decorrenza, però, non scatta alla reale cessazione del rapporto di lavoro, ma inizia al raggiungimento dei requisiti necessari per accedere alla pensione di vecchiaia (al compimento dei 67 anni, quindi).

Per ovviare a questo ritardo che avrebbe costretto ad un attesa anche di 6 anni, è stato varato il provvedimento per l’anticipo del TFS concesso dalle banche tramite prestito.

Il provvedimento, contenuto nel D.L. 4/2019, però non è ancora entrato in vigore anche se il regolamento e il suo funzionamento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, poichè manca ancora l’accordo con le banche convenzionate e l’elenco delle banche che aderiscono all’iniziativa.

Questo elenco dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno per permettere a tutti i pensionati Quota 100 del 2019 di presentare domanda di anticipo TFS, entro la somma massima di 45mila euro.

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