Riforma per il mutuo inverso

Il mutuo vitalizio ipotecario, o “mutuo inverso”, è una particolare tipologia di finanziamento che consente di ricevere un prestito da una banca o da un intermediario finanziario dando come garanzia la propria abitazione. Bisogna avere almeno 60 anni e il massimo che si può richiedere sono 200 mila euro .

L’ammontare del prestito, stabilito da un’apposita perizia, sarà pari ad una parte del valore di mercato dell’abitazione, tra il 16 e il 40 %, e dipende dall’età e il sesso del richiedente che non dovrà pagare nulla fino alla scadenza del contratto, pur continuando a vivere nell’abitazione. 

La caratteristica particolare del mutuo inverso, infatti, sta nel fatto che il rimborso avviene in un’unica soluzione allo scadere del contratto sia per quanto riguarda il capitale che gli interessi. 
E’ possibile concordare prima una soluzione di rimborso graduale senza ulteriori interessi e spese, per evitare di dover rimborsare tutto il prestito alla scadenza.

La differenza sostanziale rispetto alla nuda proprietà sta nel fatto che consente agli eredi o agli stessi proprietari di avere la possibilità di riscattare l’immobile rimborsando il credito alla banca ed estinguendo così l’ipoteca. In caso contrario la proprietà viene pignorata.

Si tratta di uno strumento molto diffuso nei paesi anglosassoni ma che fatica a prendere piede in Italia, pur essendo presente già da alcuni anni.

La ragione per cui questa tipologia di finanziamento risultava ancora poco praticabile sta nel fatto che la sua definizione, contenuta nel Decreto Legge 203 del 2005, risultava poco chiara. Inoltre c’è un imposta sostitutiva alta, il divieto di affittare la casa e l’obbligo di mantenerla in buono stato per non far scendere il valore.

NUOVA FORMULA PER AGEVOLARNE LA DIFFUSIONE

Perciò a gennaio di quest’anno la Commissione Finanze del Senato ha dato il via libera definitivo ad una proposta di legge in cui si apportano delle modifiche capaci di rendere giustizia a questa tipologia di finanziamento. 

Tra queste c’è la definizione degli eventi che determinano la scadenza del contratto di mutuo (morte del titolare del mutuo, atti che determinano una riduzione del valore dell’immobile e quindi una perdita per la banca, come la vendita dei diritti di godimento dell’immobile o l’ accensione di altre ipoteche su di esso). In questi casi si hanno dodici mesi per rimborsare il prestito oppure la banca procede alla vendita dell’immobile.

Inoltre vengono introdotte delle agevolazioni fiscali simili alle altre forme di finanziamento. Non si deve quindi più pagare le tasse sulle concessioni governative, l'imposta di bollo, di registro, l’imposta catastale e ipotecaria.

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