CAMBIO DI QUOTE
Nel periodo dello spread alle stelle questi prodotti hanno rappresentato una certa attrattiva, perché sulla carta effettivamente più convenienti. Soprattutto i mutui in franchi svizzeri, proposti da alcuni istituti dopo che tre anni fa la Banca Centrale Svizzera aveva fissato un limite al tasso di cambio a 1,2 franchi/1euro.
Tuttavia, alla luce del deprezzamento dell’euro sul dollaro, anche la moneta svizzera rischiava l’indebolimento rispetto alla valuta USA. Per scongiurare questo rischio il presidente della Banca Centrale elvetica ha deciso di sbloccare questa misura eccezionale, generando un’immediata reazione dei mercati ed un repentino crollo dell’euro rispetto al franco, seguito da una successiva stabilizzazione.
POCA TRASPARENZA:CLASS ACTION BARCLAYS
Chi ha stipulato il mutuo in franchi si è visto aumentare di colpo la quota capitale residua da pagare (calcolata in franchi) azzerando ogni vantaggio derivante dal bassissimo tasso applicato. E’ il caso degli intestatari di alcuni mutui proposti da Barclays, ora riunitisi in un’azione collettiva, che accusano l’istituto di aver sempre fornito documentazione sui piani di ammortamento e sul debito residuo in euro e di non aver mai esplicitamente fatto riferimento al rischio connesso al cambio. Si attendono insolvenze di pagamento da chi non riuscirà ad adeguarsi alla nuova situazione.
