L’Osservatorio immobiliare 2015, pubblicato da pochi giorni dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con Abi, ci mostra come è cambiato il mercato immobiliare italiano sia in termini quantitativi che qualitativi e come questo si rifletta sul mercato dei mutui.
Dopo sette anni di crescita negativa, l’anno 2014 ha registrato per la prima volta un rialzo delle compravendite immobiliari intorno al +3,5%, con un aumento delle erogazioni di mutui pari al 50%.
Di fatto, una consistente percentuale di questi acquisti potrebbero risalire già agli ultimi mesi del 2013, ma essere stati rogitati nel 2014 per effetto della riforma dell’imposta di registro.
E’ rilevantissimo a fini statistici e non solo il netto incremento dell’affordability (accessibilità), che è un indice usato a livello internazionale per valutare la possibilità delle famiglie di indebitarsi per acquistare un immobile e racchiude in sé i risultati dell’analisi di vari fattori, quali il reddito medio, l’andamento dei prezzi degli immobili, i tassi di interesse sui mutui.
A marzo di quest’anno la percentuale di affordability ha raggiunto il 10,3%, un valore mai registrato prima; ciò sta a significare che più di 10 famiglie su cento hanno un reddito che permette loro di acquistare tranquillamente un’abitazione contraendo un mutuo, mentre aumenta anche il numero di famiglie (circa il 60%) che possono sostenere il 30% del costo annuo di un mutuo.
E’ aumentata di 5 mq la superficie media degli immobili acquistati (da 100 a 105,2) ed anche il fatturato delle aziende del settore guadagna circa 5 miliardi di euro rispetto allo stesso periodo del 2013.
Nel 2014 la cifra complessiva erogata per quanto riguarda i mutui è di 19,3 miliardi di euro (+10% rispetto al 2013), con una diminuzione del valore medio dei mutui erogati di circa 3mila euro.
Gli italiani, insomma, chiedono più mutui, anche se di importo inferiore e con una rata mensile media più bassa (da 681 a 631 euro). Sono di più le famiglie che possono accedere ad un mutuo, anche grazie al calo dei costi delle abitazioni ed al calo del costo medio dei mutui, che incidono meno sul reddito.
Le regioni dove si comprano più immobili sono come sempre il Nord (+22%) e il Centro (+36%).
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